Indice
Infiammazione della vescica, cistite o infezione alle vie urinarieMicrobiota vaginale e cistite
Probiotici: combattere batteri con batteri?
Miti e fattiI nostri criteri di valutazioneI risultati dei nostri testOrdinare il vincitore del test
Per molte donne sedersi su una fredda panchina del parco, non essersi cambiate subito il costume da bagno bagnato, non aver bevuto a sufficienza o aver trascorso un fine settimana particolarmente romantico, potrebbe bastare per trovarsi di fronte allo stimolo costante a urinare, alla sensazione di bruciore durante la minzione, a un dolore all'addome e forse anche a un po' di febbre.
Ecco di nuovo la cistite. Ma cosa c'è dietro questo disturbo che secondo alcune fonti colpisce il 60-80% delle donne almeno una volta nella vita e circa la metà di esse anche ripetutamente?
Sintesi
- Gli scienziati di tutto il mondo concordano sul fatto che una flora vaginale equilibrata agisce come un importante scudo protettivo contro le infezioni.
- Per questo motivo, i probiotici stanno diventando sempre più popolari, soprattutto per le donne.
- Tuttavia, i principali test comparativi tra i diversi prodotti dimostrano che 4 prodotti su 5 lasciano a desiderare.
Direttamente al test
Infiammazione della vescica, cistite o infezione alle vie urinarie: tanti nomi, ma un unico responsabile
Come è generalmente noto, la cistite è un'infiammazione alla vescica. L'infiammazione è dovuta a batteri indesiderati che entrano nella vescica e si attaccano alla parete vescicale. Nella maggior parte dei casi, circa l'80%, questi batteri sono Escherichia coli, i quali migrano dall'intestino alla vagina e da qui, attraverso l'uretra, alla vescica.
Ma come fanno i batteri intestinali ad arrivare alla vagina? La ragione sta nel fatto che nelle donne, i tratti attraverso cui si evacua sono molto vicini. Quindi, non ci vuole molto affinché un batterio riesca ad attraversare questa breve distanza. Ciò accade di solito a causa di una scarsa igiene intima o di frequenti rapporti sessuali.
Da lì, il batterio deve semplicemente farsi strada attraverso l'uretra per raggiungere la vescica. Questo è anche il secondo motivo per cui gli uomini non hanno quasi mai a che fare con questo tipo di infezioni, mentre per molte donne queste infezioni possono rappresentare anche una triste realtà quotidiana.
L'uretra è lunga in media 20 cm nell'uomo, mentre nella donna è lunga solo 4 cm.
Le infezioni della vescica vengono solitamente trattate con gli antibiotici. Sebbene combattano l'infezione e i suoi fastidiosi effetti collaterali in tempi relativamente brevi, un ciclo di antibiotici presenta anche delle controindicazioni. Oltre ai ben noti effetti collaterali, come eruzioni cutanee e problemi gastrointestinali, le donne, in particolare, devono spesso fare i conti anche con i funghi vaginali.
In breve, possono passare da un'infezione a un'altra. Inoltre, spesso l’infezione successiva si presenta subito dopo e, con essa, la necessità di un'ulteriore terapia antibiotica.
Un altro problema è che, un trattamento antibiotico così frequente può causare la perdita di efficacia del preparato, siccome i germi possono sviluppare una sorta di resistenza a lungo termine. Insomma, è evidente che è necessario un approccio diverso. Fortunatamente, questo sembra essere già stato sviluppato! Stiamo parlando del microbiota vaginale.
Microbiota vaginale e cistite: tutta una questione di batteri?
Il microbiota vaginale, noto anche come flora intima, si riferisce alla collettività di tutti i microrganismi che colonizzano la mucosa vaginale. Si tratta di una collettività eterogenea di batteri, funghi e altri microbi che coesistono in un delicato equilibrio.
L'esatta composizione del microbiota vaginale varia da donna a donna, ma in generale a dominare sono i batteri che producono acido lattico. Ogni singolo ceppo batterico di questa collettività ha ruoli ben definiti. È quindi importante non solo, che il microbiota sia il più vario possibile, ma soprattutto, che specifici ceppi batterici siano presenti in quantità elevata.
In generale, è utile che il microbiota contenga il maggior numero possibile di batteri “buoni”, anche perché ciò significa che non c'è spazio per i batteri “nocivi” per colonizzare e moltiplicarsi.

Tra quelli particolarmente importanti, tra i cosiddetti ceppi principali, si trovano i seguenti:
- Lactobacillus gasseri: come suggerisce il nome, i batteri lattici producono acido lattico. Questo a sua volta crea un ambiente acido che combatte i batteri potenzialmente patogeni, cioè dannosi, come la già citata E. coli. I batteri della famiglia gasseri sono particolarmente efficaci.
- Lactobacillus crispatus: batteri della famiglia crispatus producono livelli particolarmente elevati di perossido di idrogeno (H2O2) che ha anche un effetto antimicrobico e, quindi, impedisce la crescita di batteri nocivi.
- Lactobacillus delbrueckii: gli studi hanno dimostrato che i batteri di questa famiglia hanno un grande potenziale protettivo contro le infezioni fungine.
- Lactobacillus plantarum: anche in questo caso, gli studi dimostrano che i batteri della famiglia plantarum hanno un effetto sulle infezioni fungine.
È qui che entra in gioco un effetto collaterale negativo degli antibiotici. Questi ultimi, infatti, non distinguono tra batteri “buoni” e “nocivi” al fine di mantenere il delicato equilibrio. Tuttavia, se alcuni ceppi batterici vengono soppressi in modo sproporzionato dalla terapia, ad esempio, altri ceppi possono affermarsi.
Spesso la colonizzazione complessiva viene semplicemente impedita, il che significa che i batteri sono troppo pochi per svolgere il loro compito: combattere i batteri nocivi. Di conseguenza, si apre la porta a nuove infezioni. Ma quali possibilità si presentano per il trattamento o la prevenzione di queste infezioni? È qui che entrano in gioco i cosiddetti probiotici.
Probiotici: combattere batteri con batteri?
I probiotici sono preparati contenenti batteri specifici che colonizzano il microbiota e lo riequilibrano. Il microbiota dovrebbe quindi essere di nuovo in grado di svolgere appieno le sue funzioni, quindi nel caso del microbiota vaginale, la difesa da agenti potenzialmente dannosi. Le fastidiose infezioni batteriche o fungine potrebbero così diventare un ricordo del passato.
Ma può funzionare davvero? E, in caso affermativo, qual è il preparato più adatto? Prima di approfondire queste domande, vorremmo dare un'occhiata più da vicino ad alcuni miti diffusi sulla salute vaginale sul microbiota e sui probiotici.
Miti e dati di fatto
Mito 1: la cistite è sempre caratterizzata da una sensazione di bruciore durante la minzione.
Dato di fatto 1: sebbene la sensazione di bruciore durante la minzione sia spesso il primo indicatore della presenza di un'infezione alla vescica non è affatto un sintomo universale.
Le persone affette da cistiti ricorrenti, in particolare, riferiscono che la spiacevole sensazione di bruciore scompare dopo le prime infezioni e che in seguito la cistite è caratterizzata principalmente da dolori addominali.
Mito 2: l'infiammazione alla vescica è causata dallo stare seduti su superfici fredde.
Dato di fatto 2: il freddo da solo non può scatenare la cistite, la quale richiede sempre la presenza di batteri.
Tuttavia, come nel caso del classico raffreddore, esso favorisce certamente la malattia in quanto può compromettere il sistema immunitario. Questo a sua volta facilita l'insediamento e la moltiplicazione dei batteri. Per quanto riguarda la cistite, si presume anche che il freddo riduca la circolazione sanguigna nella zona pelvica riducendo così le difese dell'organismo.

Mito 3: i probiotici che devono essere assunti finiscono nell'intestino e possono sostenere solo il microbiota intestinale.
Dato di fatto 3: Anche se in un primo momento sembra logico, la scienza racconta una storia diversa: diversi studi dimostrano che, quando alcuni lattobacilli vengono assunti per via orale, per un certo periodo di tempo, sono proprio questi lattobacilli a trovarsi in quantità maggiori nel microbiota vaginale.
Uno studio condotto con il Lactobacillus plantarum in diverse donne con un'infezione fungina, ha persino mostrato un miglioramento dei sintomi, oltre alla maggiore colonizzazione in presenza di questo ceppo.
Mito 4: ogni probiotico è uguale
Dato di fatto 4: Alcuni dei probiotici disponibili sul mercato si differenziano notevolmente soprattutto per quanto riguarda il dosaggio, la quantità e il tipo di ceppi batterici contenuti, la formulazione complessiva e il confezionamento.
Di seguito spieghiamo perché tutti questi punti sono determinanti per la qualità di un prodotto. Una cosa è certa in ogni caso: i probiotici sono chiaramente il tipo di prodotti che non vanno acquistati al volo ma solo dopo una ricerca approfondita se si vuole evitare di rimanere delusi dal risultato.
Cosa caratterizza un buon preparato: i nostri criteri di valutazione
A seguito di una ricerca approfondita abbiamo collaborato con diversi esperti, con l’intento di identificare i criteri di qualità più importanti. Abbiamo, quindi, analizzato i prodotti attualmente più conosciuti in base a queste caratteristiche.
Criterio di qualità 1: la composizione dei batteri
Un probiotico efficace dovrebbe assomigliare il più possibile alla composizione di un microbiota umano sano. Tuttavia, i microbioti sani sono generalmente molto diversificati: un preparato con pochi ceppi batterici ha un'influenza, di conseguenza, minore.
Oltre a un'elevata diversità, ad essere importante, è anche l'esatta combinazione dei ceppi. Come già detto, i lattobacilli delle famiglie gasseri, crispatus, plantarum e delbrueckii svolgono in particolare un ruolo importante nel microbiota vaginale, motivo per cui assegniamo 5 punti extra per ciascuno di questi ceppi.
Anche se non ne teniamo conto nell'assegnazione dei punti è importante notare che le informazioni più accurate possibili fornite dai produttori sulla composizione dei loro prodotti generano inevitabilmente più fiducia. Nel caso dei probiotici, ciò si traduce nell’ indicare i ceppi batterici specifici, quindi, non solo la famiglia o il genere. Questo è importante in quanto gli effetti di ceppi specifici all'interno di una stessa famiglia possono differire enormemente.
Criterio di qualità 2: il dosaggio delle unità formanti colonie
Il numero di batteri si misura in UFC (unità formanti colonie). Sebbene cifre come 2 o 4 miliardi di UFC sembrino inizialmente molto impressionanti, un microbiota vaginale sano contiene circa 50 miliardi di UFC. I preparati con un dosaggio basso non sono quindi sufficientemente efficaci da generare un cambiamento effettivo.
Criterio di qualità 3: supporto alla mucosa vaginale
Affinché le microcolture colonizzino l'area vaginale e svolgano il loro lavoro, hanno bisogno di un terreno di coltura adatto: una mucosa vaginale intatta. Il problema è che spesso questa è già danneggiata soprattutto dopo infezioni ricorrenti, il che rende difficile la colonizzazione dei batteri benefici.
Oltre ai batteri, i probiotici dovrebbero quindi contenere anche sostanze che sostengono la mucosa vaginale come le vitamine B3, B7 e B2. Per fornire un supporto il più esauriente possibile è necessario aggiungere almeno due ingredienti che abbiano un effetto positivo comprovato sulla mucosa.
Criterio di qualità 4: la resistenza della confezione
I batteri di un probiotico vengono messi mediante liofilizzazione durante la produzione in una sorta di stato di ibernazione. Quando entrano in contatto con l'umidità, si “risvegliano”. Se sono disponibili fonti di nutrimento adeguate, come nel caso del passaggio attraverso l'intestino, i batteri si moltiplicano.
Il problema è che molte forme di confezionamento non proteggono adeguatamente i preparati dall'umidità. Ad esempio, se le capsule non sono confezionate singolarmente, bensì sono disposte tutte insieme, i componenti entrano in contatto con l'aria o con l'umidità ogni volta che vengono aperte. Di conseguenza, i batteri possono attivarsi troppo presto ma poi non riescono a trovare nessun nutrimento nella capsula e muoiono.
Nel caso delle confezioni di plastica, un'ulteriore complicazione è rappresentata dal fatto che il materiale non trattiene completamente l'umidità: piccole quantità di umidità possono passare attraverso la confezione. In questi casi, quindi, non è raro che tutti i batteri contenuti nelle capsule siano già morti quando vengono assunti. I blister in alluminio, in cui ogni capsula è inserita singolarmente in una camera di alluminio ed è quindi protetta in modo ottimale, sono considerati il gold standard del confezionamento.

I blister in alluminio proteggono in modo ottimale i batteri contenuti nelle capsule dall'umidità.
Criterio di qualità 5: la trasparenza
I clienti vogliono sapere esattamente per cosa stanno spendendo i loro soldi senza dover passare ore e ore a fare ricerche su Internet prima dell'acquisto. I produttori affidabili dovrebbero soddisfare questo desiderio e fornire ai clienti informazioni sul prodotto formulate in modo chiaro e facilmente accessibile. Purtroppo, però, la nostra ricerca ha rivelato che spesso non è così. Ciò è particolarmente evidente in due criteri particolarmente importanti: dosaggio e specificità del ceppo.
Abbiamo già sottolineato l'importanza di un dosaggio elevato quindi è ancora più deludente che molti produttori ricorrano a trucchetti per “ingigantirlo” artificialmente. Per quanto riguarda la specificità del ceppo, la situazione è un po' più complicata poiché ciò che viene spesso definito come ceppo batterico è, in senso stretto, la specie (ad esempio, Lactobacillus crispatus). All'interno di questa specie esistono a loro volta diversi ceppi (ad esempio, L. crispatus SG18 o L. crispatus QL33).
Questi singoli ceppi sono simili a fratelli e sorelle: anche se condividono molto materiale genetico, possono comunque differire notevolmente l'uno dall'altro. I produttori devono quindi informare con precisione i propri clienti sulla specificità dei ceppi.
In base a questi criteri, abbiamo analizzato cinque prodotti attualmente in uso e siamo giunti alle seguenti conclusioni:

Kijimea FloraCare
+ 20 punti extra (contiene Lactobacillus gasseri, crispatus, plantarum e delbrueckii)
Vantaggi
Il produttore è noto in campo medico per le sue ricerche e innovazioni
Il prodotto è vegano, senza glutine, fruttosio e lattosio e privo di additivi, conservanti, aromi e dolcificanti
I ceppi batterici appositamente selezionati nella loro combinazione supportano in modo ottimale il valore naturale del pH dell'ambiente vaginale
Svantaggi
Possono verificarsi problemi di approvvigionamento a causa dell'elevata domanda
Il nostro prodotto vincitore, FloraCare, è stato sviluppato dall'azienda Kijimea. Grazie alle proprie ricerche scientifiche, pubblicate anche sulla rivista specializzata di fama mondiale “The Lancet”, questa azienda gode di un’ottima reputazione in ambito medico.
Ciò lo dimostra anche questo prodotto: Kijimea FloraCare contiene di gran lunga il maggior numero di batteri, tra cui gli importanti generi di lattobacilli gasseri, crispatus, plantarum e delbrueckii. Un altro vantaggio: il produttore è estremamente trasparente e indica la specificità dei ceppi per tutti i 33 ceppi batterici.
Il dosaggio di 10 miliardi di UFC è piacevolmente elevato e viene menzionato in modo evidente. Tre diverse vitamine, B3 (niacina), B7 (biotina) e B2 (riboflavina), sono destinate a sostenere la mucosa vaginale per favorire la colonizzazione dei batteri benefici. Il vincitore del test convince anche per la sua confezione in blister di alluminio e protegge, quindi, ogni singola capsula dall'umidità in modo ottimale. Kijimea FloraCare è disponibile in diverse confezioni per 4, 8 o 12 settimane.
Per questo motivo, Kijimea FloraCare è il primo nella classifica del nostro test.
Ciò che ci ha particolarmente colpito durante la nostra ricerca su questo prodotto sono le numerose recensioni estremamente positive dei clienti, che sottolineano la nostra stessa impressione sul prodotto. Ecco alcuni esempi:
Giulia M.
"Sono molto soddisfatta. Da quando ho iniziato a usarlo i miei fastidi si sono attenuati e dopo 10 giorni circa, con l’aiuto di una sana alimentazione, sono del tutto spariti."
Alessia A.
"Mi sono trovata molto bene, riesco a sentire ottimi risultati."
Camilla F.
"Ho aspettato a fare la recensione perché volevo valutare effettivamente glie effetti e a scatola terminata, posso dire di essere soddisfatta, come sempre del resto con i prodotti kijimea."

Kijimea FloraCare ha brillato su tutti i fronti, guadagnandosi meritatamente il primo posto con 99 punti.
Ciò che colpisce particolarmente è che il prodotto contiene ben 33 ceppi batterici, un numero decisamente superiore rispetto al secondo classificato.
Intimo Flora di BeSwiss
+ 15 punti extra (contiene Lactobacillus gasseri, crispatus e plantarum)
Vantaggi
Contiene fruttoligosaccaridi come prebiotico (alimento per i batteri)
Dosaggio elevato
Svantaggi
Grazie a sette ceppi batterici, il prodotto si colloca al secondo posto nel nostro test ma il numero è troppo basso rispetto al vincitore del test
Le informazioni confuse del produttore sul dosaggio non ispirano molta fiducia
Le capsule di BeSwiss si sono classificate al secondo posto con un certo distacco dal vincitore del test, sia in termini di valutazione complessiva, che di quantità di ceppi batterici. Un aspetto positivo da sottolineare sono i tre di quattro ceppi batterici inclusi, i quali sono stati identificati come particolarmente importanti (Lactobacillus gasseri, crispatus e plantarum). In realtà è un peccato che i consumatori non siano informati sull’esatta specificità dei ceppi.
Con 10,5 miliardi di UFC per capsula, il prodotto presenta un dosaggio piacevolmente elevato, ma il fatto che il produttore voglia far apparire questo dosaggio ancora più elevato lascia un po’ a desiderare. Ad esempio, un dosaggio particolarmente elevato di 42 miliardi di UFC viene spesso pubblicizzato. Ma l'informazione che questo vale solo per la dose massima di 4 capsule, raccomandata dal produttore come “terapia d' attacco” per 14 giorni, è messa molto meno in evidenza.
D'altra parte, l'aggiunta di vitamina A, che ha lo scopo di sostenere la mucosa vaginale, dovrebbe essere sottolineata in modo positivo. Tuttavia, si sottraggono punti per la confezione: il fatto che tutte le capsule siano contenute in un unico barattolo significa che il contenuto entra in contatto con l'aria o l'umidità ogni volta che viene aperto. Poiché una confezione è progettata per durare fino a 60 giorni, sembra lecito chiedersi quanti dei 10,5 miliardi di UFC originali arriveranno effettivamente vivi nell'intestino.

Con un punteggio complessivo di 43 punti, Intimo Flora di BeSwiss si classifica al 2° posto, con un certo distacco rispetto al vincitore del test.
A determinare questa posizione è principalmente il dosaggio relativamente elevato, mentre la scarsa diversità batterica ha influito negativamente sul punteggio complessivo.
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Probiotic Femme di Neo
Punti extra: 0
Vantaggi
Confezione in blister di plastica-alluminio
Svantaggi
Prezzo troppo alto per la qualità offerta
Il dosaggio e la quantità di ceppi batterici sono troppo bassi
Nelle capsule di Neo sono presenti solo due ceppi batterici e nessuno dei quattro identificati come importanti. Non importa che la specificità dei ceppi rimanga segreta. È semplicemente insufficiente per un prodotto di questo tipo. Lo stesso vale per il dosaggio di soli 5 miliardi di UFC. I consumatori che desiderano saperlo prima dell'acquisto devono prendersi il tempo necessario per una ricerca approfondita. Questo può essere dedotto solo dalle foto pubblicate online dai recensori.
Al produttore va almeno riconosciuto il merito di non aver cercato di farli apparire più alti. Purtroppo, non ci sono ingredienti aggiuntivi per la mucosa vaginale. L'unico punto a favore del prodotto è la confezione per cui si trova ancora al penultimo posto: sebbene il blister in plastica-alluminio non soddisfi gli standard di riferimento, offre una protezione del contenuto di gran lunga superiore a quella di una semplice scatola di plastica.

Con 35 punti, Probiotic Femme di NEO si classifica al 3° posto.
Il prodotto ottiene buoni punteggi soprattutto per il supporto alla mucosa vaginale e per la confezione. Tuttavia, sia la varietà che il numero di batteri utilizzati non sono all'altezza delle aspettative.
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Probio+ Intima di Apyforme
+ 5 punti extra (contiene Lactobacillus crispatus)
Vantaggi
Vegano, senza glutine e lattosio e senza OGM
Dosaggio elevato
Svantaggi
La confezione non è adatta al contenuto
È incluso solo uno dei 4 ceppi batterici più importanti
Probio+ Intima di Apyforme è il prodotto più economico nel confronto ed è quindi anche la migliore prova del fatto che non ci si deve basare solo sul prezzo per scegliere il prodotto giusto. Le capsule contengono solo 4 diversi ceppi di batteri, e solo uno dei ceppi importanti menzionati all'inizio! Inoltre, i clienti vengono allettati con un dosaggio particolarmente elevato di 40 miliardi di UFC per questo prodotto, per poi scoprire che anche in questo caso ci si riferisce all’assunzione di 4 capsule, mentre la normale dose raccomandata di una capsula al giorno fornisce al consumatore 10 miliardi di UFC.
Ancora una volta, l'esatta specificità del ceppo batterico utilizzato rimane un mistero. Non si trovano principi attivi aggiuntivi a sostegno della mucosa vaginale e anche la confezione non è molto adatta a proteggere adeguatamente il contenuto considerando che una confezione dovrebbe durare 60 giorni.

Il quarto classificato, Probio + Intimi di Apyforme, ottiene solo 26 punti su 100.
Questo risultato è dovuto principalmente alla bassa varietà di batteri, che include solo uno dei ceppi considerati particolarmente importanti. Nemmeno il dosaggio relativamente elevato riesce a compensare questa carenza.
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Inti Flora di Healthy Fusion
Punti extra: 0
Vantaggi
Prezzo basso
Contiene estratto di mirtillo rosso
Svantaggi
Dosaggio molto basso
Contiene soltanto due ceppi batterici
All'ultimo posto si trova l'unico prodotto del test che non viene assunto sotto forma di capsule, bensì di caramelle a forma di orsetti gommosi. Anche se questo lo rende relativamente comodo da usare, uno sguardo all'elenco degli ingredienti mostra che una capsula sarebbe stata probabilmente la scelta migliore. Oltre a due soli ceppi batterici al dosaggio più basso del nostro test, un orsetto gommoso contiene solo 2 miliardi di UFC. Per via dell'estratto di mirtillo rosso, il prodotto contiene anche coloranti ed edulcoranti.
Ancora una volta, i consumatori devono navigare tra numerosi siti web e diverse recensioni per avere un'idea del dosaggio prima dell'acquisto. Anche la specificità del ceppo rimane un mistero.
Questo non depone necessariamente a favore della competenza del produttore. Di conseguenza, i consumatori devono fare a meno anche di altri ingredienti specifici per la mucosa vaginale. L’inadeguata confezione in barattolo non è più un problema rilevante. L'unico raggio di speranza è l'aggiunta dell'estratto di mirtillo rosso che si dice abbia un effetto positivo sulla cistite. Nemmeno questa caratteristica, però, può evitare che il prodotto si classifichi all'ultimo posto nel nostro test.

L'ultimo classificato nel nostro test ottiene appena 5 punti su 100.
Il prodotto delude sotto ogni aspetto. L'unico aspetto positivo è il formato in caramelle gommose, che potrebbe attirare alcuni consumatori, ma che però è allo stesso tempo responsabile dell'aggiunta di coloranti e dolcificanti.
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Conclusione
Le infezioni della vescica fanno parte della vita quotidiana di molte donne, un fatto che non dovrebbe portarci a sottostimare il problema. Dopo tutto, non solo i sintomi associati sono estremamente spiacevoli, ma un'infezione vescicale prolungata può anche colpire i reni e causare danni a lungo termine. Sebbene il trattamento con antibiotici sia di solito efficace, non bisogna dimenticare che spesso comporta dei problemi, tra cui un microbiota alterato, il quale, a sua volta, può favorire una nuova infezione.
L'approccio che prevede supportare il microbiota con preparati adeguati, appare, quindi, particolarmente promettente. Come è stato dimostrato i probiotici possono avere un effetto positivo evidente su questo aspetto. Tuttavia, come dimostra il nostro test, le differenze di qualità tra i preparati attualmente disponibili sono talvolta enormi.
Si consiglia quindi di effettuare una ricerca approfondita prima di acquistare un prodotto. Il vincitore del nostro test è una piacevole eccezione: è riuscito a convincere appieno il nostro gruppo di esperti grazie alla sua composizione ben studiata.
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Sandro De Rosso è nato a Milano nel 1965 e ha scoperto la sua passione per la scrittura fin da giovane, collaborando a diversi giornali studenteschi. Dopo la carriera accademica, ha partecipato a numerosi seminari e conferenze sul tema della salute, che gli hanno permesso di combinare la sua abilità giornalistica con la sua passione per la medicina. De Rosso ha scritto per diverse riviste mediche e di salute.
Nel 2005, Sandro De Rosso è entrato a far parte della redazione di Consulente della Salute. Grazie alla sua profonda conoscenza del settore sanitario e al suo talento per una comunicazione scientifica precisa e comprensibile, ha fatto rapidamente carriera. Nel 2015 ha assunto la carica di caporedattore.
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